Dal Blog Femminismo a Sud
Venezia. Un padre va a prendere la figlia a scuola. Genitori separati, accordo e condiviso, lui si assume la responsabilità di prendere questa figlia. Lei lo vede e dice che vuole la mamma. La insegnante non si capisce bene cosa esattamente faccia, pare che ci sia una discussione tra padre e insegnante e lei chiama la polizia. Finisce che forse lui denuncia lei o non si sa. E’ tutto scritto su una notizia che vale la pena commentare, seppur brevemente, perché mi vengono in mente con chiarezza un paio di cose: (…..) (continua a leggere qui)
Ringraziamo Fikasicula per la lucidità con cui si esprime, nel rispetto della diversità di ognuno. Dote rara.
ΦφΦ
Associazione
DonneContro – Movimento Femminile per la Parità Genitoriale
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la zia del bambino di Cittadella è stata criticata perchè inveiva contro la polizia contribuendo forse, si è detto, a spaventare il bambino (secondo me era più spaventato da chi lo trascinava ma vabbè) e allora cosa vogliamo dire di questo padre che a quanto si legge inveisce contro un’insegnante davanti alla figlia dodicenne già scossa di suo? e poi l’insegnante chiama la polizia e pure questo che effetto ha avuto sulla bambina?
Nessuno considera un mostro un padre che va a prendere i figli a scuola..se quella bambina fosse andata via tranquillamente col padre niente sarebbe successo..ma se si rifiuta? Cosa deve fare un’insegnante? Come può sapere se quello è un “capriccio” o un “rifiuto motivato”? Nel dubbio la cosa più saggia è avvertire la madre anzichè forzare la ragazzina e aggiungo che se il padre non si fosse incazzato forse la cosa si risolveva senza polizia
e direi lo stesso pure se si fosse rifiutata di andare con la madre
Vedi Paolo non sarebbe accaduto se al posto del padre ci fosse stata la madre. L’insegnante avrebbe cercato di convincere la bambina ad andare . Trattandosi del padre ha chiamato le volanti…. mi auguro che passi guai sei quella insegnante…..
Lei dice? Io mi sarei comportato diversamente se vedevo che la bambina era decisa a non andare. Comunque da quel che leggo, il padre si è molto alterato..forse (e dico forse) se fosse rimasto calmo si poteva evitare di chiamare la polizia
Vorrei che la si smettesse di cercare le colpe ai padri, mi ripeto l’insegnante doveva fare solo l’insegnante.
Questo è il risultato di corsi di aggiornamento tenuti in maniera superficiale a persone poco preparate per fare osservazioni serie e certificabili.
Riuscire a leggere i comportamenti di un bambino che ha subito violenza o abuso non è cosa che s’impara al corso d’aggiornamento frontale, ma attraverso l’osservazione di casi reali. Basilio docet….
fosse stata la madre separata a inveire sull’insegnante e a voler forzare la figlia a venir via con lei.avrei criticato la madre.
Proprio perchè l’insegnante non può sapere se quello del bimbo è un “capriccio” o un “rifiuto motivato” la cosa più saggia che si può fare secondo me è avvertire l’altro genitore, secondo me
Le garantisco che nel caso contrario l’insegnante avrebbe insistito per convincere la minore e non avrebbe certo fatto intervenire né il padre né le forze dell’ordine
lo ha detto anche la presidente del TdM di Roma, Cavallo, che i bambini sono “in pericolo con il padre” …”figuriamoci con un estraneo”. Ogni considerazione mi renderebbe passibile di vilipendio alla magistratura per cu devo astenermene; la lascio all’intelligenza dei lettori