COMUNICATO STAMPA e raccolta firme a sostegno del DDL 735

Il Movimento Femminile per la Parità Genitoriale  scende in piazza il 20 ottobre dalle 10:00 alle 17:00 saremo a Monza – via 4 novembre con il Movimento MNS Monza, a Reggio Calabria – Piazza Camagna con il Movimento MNS, a  Melito Porto Salvo (RC)  c.so Garibaldi con il Coordinamento dell’area grecanica del Movimento MNS, a San Ferdinando (RC) Via Bologna 63 con il  Movimento MNS S. Ferdinando, a Como con il MNS COMO presso la sede Via di lora 17/A  a sostegno del DDL 735 – Norme in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità, con una raccolta firme.

Comunicato Stampa del Movimento Femminile per la Parità Genitoriale a sostegno del DDL 735 “Norme in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità”.

Le Donne scendono in campo a sostegno della Bigenitorialità e del DDL 735 che richiama al suo interno i punti espressi nel contratto di Governo.
Donne che pensano alle donne e non si ergono a tutrici delle donne, una sostanziale differenza al giorno d’oggi.
La salute psico-fisica dei figli è imprescindibile dalla continuità degli affetti, dalla parità di genere, dalla dignità delle persone e da un’equa condivisione dei carichi familiari.
I genitori separati/divorziati sono giunti al capolinea. Da un lato ci sono molte, troppe madri “relegate” tra le quattro mura di casa e costrette a ruoli di cura; dall’altro ci sono i “padri bancomat”, i “padri in auto / alla Caritas” ed i “padri ad ore”. E poi ci sono quelli cui viene impedito di frequentare i figli.
Se l’Italia è un paese dove le donne non riescono ad avere un lavoro, il prezzo di questo divario non può e non deve ricadere solo su alcuni soggetti.
Il problema della scarsa occupazione femminile non può essere risolto col Diritto di Famiglia.

Noi del Movimento Femminile per la Parità Genitoriale riteniamo che il DDL 735 tenti di andare nella direzione giusta ovvero quella di individuare un nuovo equilibrio, correggendo alcune dolorose disparità che ormai da decenni affliggono i separati/divorziati e che mettono a rischio la serenità e la salute dei figli. Quei figli che hanno diritto – nel proprio esclusivo interesse morale e materiale – a ricevere amore ed attenzione dai loro genitori, dai loro nonni, dai loro zii – di entrambi i rami parentali – e da tutte quelle figure di riferimento con cui, nel tempo, essi hanno instaurato un legame di profondo affetto e fiducia.

Non si spiega altresì il silenzio assordante degli ultimi anni mentre i diritti delle lavoratrici (e dei lavoratori) venivano distrutti e il welfare pubblico si assottigliava sempre di più. Il tutto sempre a spese della famiglia, ovviamente, lasciata sola con i propri crescenti problemi: unita o separata che fosse.
Ci domandiamo pertanto – e sembrerebbe logico dedurlo – se non abbia fatto comodo a tanti, a troppi, che si creasse un welfare “privato” ed “occulto”, totalmente a carico di alcune categorie di privati cittadini.

L’occasione di parità genitoriale va colta, ora e adesso, perché indica la direzione verso la tanto ambita emancipazione femminile. La suddivisione dei carichi familiari di accudimento si riverbererà necessariamente in ogni campo, principalmente in ambito lavorativo, dove uomini e donne finalmente saranno considerati pari. E saranno parimenti trattati allo stesso modo dai loro datori di lavoro.
Se le donne verranno sostenute, anche dallo Stato, con interventi mirati di welfare familiare, come ad esempio avviene in Regione Lombardia, aumenterà la possibilità di conciliare il lavoro con la famiglia e ciò a prescindere che si sia genitori separati o meno.
E i figli non potranno che giovarsene.
Potrebbe davvero essere l’inizio di una rivoluzione copernicana, un cambio di passo culturale di proporzioni epocali. Le capacità e i talenti femminili saranno finalmente liberi di esprimersi cosicché l’ingresso di un maggior numero di donne nel mondo del lavoro retribuito farà crescere anche il benessere del Paese.
Siamo convinte che questo darà nuova spinta anche alla natalità.
Inutile chiedere a gran voce l’emancipazione femminile se poi non si vuole o non si è in grado di gestirla.
Sicuramente tutto ciò non può avvenire nel nome dei figli!

Adriana, Laura e Francesca per il Movimento Femminile per la Parità Genitoriale

Per contatti: Adriana Tisselli 338 2106487 – Laura Besana 338 9287872 – Francesca Giarmoleo 345 7632637