SEPARAZIONI: METTERE UN FRENO ALLE PARCELLE DEGLI AVVOCATI (di Pino Falvelli)

Che le separazioni matrimoniali sono un grosso giro d’ affari ed un vero business per gli avvocati è ormai risaputo. Pochi sanno, però, che in taluni casi, se la separazione è conflittuale, si può arrivare a superare abbondantemente anche le centinaia di migliaia di euro per ciascun coniuge separando. La riduzione in povertà per chi si ritrova a vivere il dramma sociale della separazione è in agguato ed in poco tempo si può arrivare a dilapidare un patrimonio ed a distruggere i sacrifici di una vita di intere generazioni. Pertanto, che i costi della separazione sono di poche migliaia di €, come spesso gli esperti del settore sostengono nelle trasmissioni televisive, non sempre corrisponde a realtà; anzi, da quanto risulta a chi scrive, quasi mai. Inutile anche sostenere che nelle separazioni ci vuole “buon senso” da parte dei coniugi separandi, poiché, se si arriva in Tribunale, vuol dire che, almeno da una delle parti coinvolte, il buon senso non c’ è stato e, quindi, l’ auspicio è andato a farsi friggere. Se a questo si aggiunge che una volta che i legali hanno avuto le pratiche in mano hanno tutto l’ interesse a continuare il proprio lavoro , la frittata è fatta. Non sempre si incontrano professionisti coscienziosi disposti a rinunciare alla possibilità di poter lucrare e ad andare contro i propri interessi per il bene dei propri clienti. Ovviamente è il loro lavoro e, come qualsiasi tipo di lavoro, viene svolto per ricavarne profitto. E’ nell’ indole umana, per cui, non bisogna neppure farne una colpa; sempre fino a quando non si esagera però ! La gravità è che se qualcuno va oltre certi limiti non ci sono possibilità di tutela, poiché la “forchetta” minimo/massimo consentito è molto ampia e discrezionale, per cui, diventa persino inutile e controproducente rivolgersi a chi di competenza per cercare tutela e/o giustizia. Neppure le Associazioni dei consumatori risulta abbiano mai intrapreso iniziative al riguardo. Allo stato attuale ci troviamo di fronte ad un problema incontrollabile e di difficile soluzione. In tal modo a rimetterci sono i poveri sventurati costretti a rivolgersi ai professionisti per la necessità di dover tutelare la propria persona ed i propri interessi . Se non vogliono soccombere, sono costretti a farlo e ad andare incontro a tutto ciò che ne consegue. Certo, sarebbe opportuno tenere lontano il più possibile i professionisti vari dalle separazioni ( avvocati, psicologi, CTU, CTP, ecc. ) ma non sempre questo è possibile, specialmente quando si ha a che fare con persone furbe e/o in malafede che, magari, producono false accuse appositamente per distruggere e portare alla rovina la controparte nella speranza di poter conseguire i propri obiettivi con facilità. Le nostre Istituzioni, poi, non vigilano e non controllano affatto, anzi, quando le cause vengono definite c’ è la tendenza da parte dei giudici a fare la compensazione delle spese tra gli ex coniugi e così i malintenzionati se la cavano con poco e la povertà per chi si ritrova, proprio malgrado, coinvolto in azioni legali aumenta a dismisura con il passare del tempo (si è del tutto impotenti ! ). E poi parliamo di civiltà, giustizia, tutela dei minori, tutela della famiglia, bigenitorialità, ecc., ma con quale coraggio ? Eppure a modesto avviso di chi scrive molto potrebbe essere fatto al riguardo. Perché, ad esempio non cercare di studiare e stabilire un tariffario pubblico ufficiale con importi predefiniti ( minimi e massimi prestabiliti senza possibilità di discrezione ) per le varie ipotesi di azioni legali che possono verificarsi nel corso delle separazioni sulla base delle esperienze e delle statistiche pregresse ??? I motivi del contendere nelle separazioni sono sicuramente ripetitive e comuni e, quindi, individuabili. Un tariffario ufficiale con una lista di professionisti che lo accettano ed aderiscono all’ iniziativa su tutto il territorio nazionale può certamente contribuire ad abbattere i costi e potrebbe essere la soluzione ideale per mettere un freno alle parcelle troppo elevate e all’ operato di eventuali malintenzionati. Non è certamente concepibile che per una separazione si possa arrivare a spendere centinaia di migliaia di €. , quando per sposarsi basta solo un semplice “SI” e qualche firma. Lo scrivente spera che la proposta trovi ampio consenso soprattutto tra i legali ( ce ne sono molti seri e corretti ) e tra le varie Associazioni interessate al grave problema. Probabilmente, moltissimi legali sono ben lieti di aderire e di fornire il proprio contributo per migliorare lo stato dei fatti e per isolare coloro che, magari, approfittano di certe situazioni.

Pino FALVELLI

 

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