Sul “caso” del bambino di Padova prelevato dalle Forze dell’Ordine

Grazie (…si fa per dire!) al caso del “bambino di Padova” ora tutta Italia ha visto con i propri occhi cosa accade nelle separazioni conflittuali.

E’ evidente il fallimento di un intero sistema – quello della giustizia minorile – incapace di tutelare i soggetti più deboli ovvero: i figli.

Sono anni che le associazioni denunciano casi simili (avvenuti nel silenzio e senza il clamore delle telecamere) ma, evidentemente, la politica è stata occupata a fare ben “altro” e i media, pure.

E’ fin troppo facile, ora, indignarsi di fronte al traumatico epilogo della vicenda, scandalizzarsi di fronte alla visione di quei pochi minuti decontestualizzati, trascurando i più ampi contorni di una storia delicata e complessa, esempio drammatico di quella conflittualità che avvelena, quotidianamente, la vita di migliaia di genitori separati, al punto da essere diventata una gravissima ed intollerabile emergenza sociale.

Il rischio ora è che, sull’onda incontrollabile di una reazione visceralmente emotiva, si vada, ancora una volta, a legittimare la violazione sistematica del principio della parità genitoriale – che è un diritto dei minori e non degli adulti – in nome di una reazionaria ed obsoleta logica sessista.

Violazione che, da molti anni, le associazioni denunciano a gran voce!

I padri separati, esclusi continuamente con ignobili false accuse dalla vita dei figli – ridotti al ruolo di bancomat o, nei casi più fortunati, a mera parentesi di svago durante il week end – denunciano da anni le storture del “divorzificio”; i figli dei genitori separati, ormai cresciuti, pure denunciano, ma le loro parole restano inascoltate; denunciano anche le madri separate che, a loro volta vittime di “PAS”, in nome di un atteggiamento ostinatamente negazionista, vengono emarginate e costrette al silenzio; denunciano pure a gran voce le “famiglie allargate” dove le nuove compagne e i loro figli sono esposti, nell’indifferenza generale, a violenze inaudite; denunciano i nonni, ingiustamente privati dei loro nipoti; denunciano gli operatori del settore, gli attivisti, i cittadini.

Tutti coloro che avrebbero potuto agire, a livello politico ed istituzionale, finora, hanno sottovalutato e minimizzato un problema diffuso, giunto ormai ad un livello esplosivo.

Eppure sono in gioco le nuove generazioni: questi bambini, se lasciati in balìa del mobbing genitoriale, ostaggi di situazioni che incancreniscono fino all’inverosimile (a causa dell’inerzia del sistema giudiziario) rischiano di diventare, nel giro di pochi anni, degli adulti psicolabili!

La tutela dei minori non può attendere: è sacrosanto il diritto dei figli ad avere due genitori, anche in seguito ad una separazione / un divorzio: i bambini non possono, non devono mai restare orfani di un genitore vivo!!!

Noi del Movimento Femminile per la Parità Genitoriale ci auguriamo che venga avviata al più presto una complessiva riforma del sistema giudiziario che preveda, oltre alla creazione di un Tribunale Unico della Famiglia, un’adeguata formazione specializzata per giudici, avvocati, assistenti sociali e mediatori, al fine di promuovere una gestione non cruenta delle separazioni, condizione necessaria per prevenire casi come quello di Padova.

Il giusto affido condiviso tutela i figli.
I bambini hanno bisogno di entrambi i genitori, sempre.