Bimbi contesi (e tanto altro)

Sebbene noi del Movimento Femminile per la Parità Genitoriale (http://www.donnecontro.info/chi-siamo-noi-del-movimento-femminile/) siamo rimaste colpite, come tutti d’altronde, dalle sconcertanti immagini del filmato di “Lorenzo”, quel bambino disperato che viene trascinato e caricato a forza in un’auto della polizia mentre la zia si agita e urla, non possiamo fare a meno di pensare ai tantissimi “Lorenzi” e “Lorenze” che, da anni, subiscono lo stesso infame destino.
Drammi che però si consumano (e si sono consumati) nel più cupo silenzio dell’indifferenza, lontano dal clamore mediatico dei patinati talk show televisivi e dai fiumi d’inchiostro pieni di pathos degli opinionisti. Eppure anche i tanti “Lorenzi” e “Lorenze” meriterebbero quell’attenzione, quella considerazione, quella indignazione che ora sta attraversando l’Italia.
Ora… è inutile nasconderci dietro ad un dito: separazioni e  divorzi sono in costante aumento pertanto, se non si troverà velocemente una maniera di intervenire a monte “i casi limite” (che poi non lo sono affatto, casi limite, intendiamoci) come quello di “Lorenzo” diventeranno un triste bollettino di guerra giornaliero.
Qui abbiamo raccolto alcuni dati relativi alla situazione di separazioni / divorzi in Italia:
(fonti: Rapporto Istat 2012 sull’anno 2010; Eurispes; A.M.I.); dati dai quali si evince chiaramente la sistematica disapplicazione della legge che ha condotto al “far west” attuale che vede gli ex coniugi scontrarsi… non a suon di pallottole, ma di cause giudiziarie.
Questo perché la mediazione non è stata resa obbligatoria come passaggio.
Dovrebbe esserlo.
Chi ha problemi a relazionarsi con l’ex coniuge / compagno-a dovrebbe essere aiutato/a dalle istituzioni e non istigato/a a confliggere con l’altro per “vincere ed ottenere il bottino”.
Bottino che consiste nell’affido dei figli in quanto, ad oggi, “portatori sani di casa, denaro e controllo sulla vita dell’altro/a
Purtroppo questo non avviene perché troppi, troppi, davvero troppi interessi economici gravitano attorno all’appetitoso business del cosiddetto “divorzificio”.

Tema di propaganda di alcune figure politiche, fino a qualche mese, fa è stata l’altissima % di separazioni “consensuali” spacciata per una indiscussa vittoria di civiltà.

Cominciamo col dire che la “separazione consensuale” per quasi tutti gli italiani costituisce una scelta di fatto obbligata laddove i costi esagerati di una causa giudiziale (che in Italia è un doppio passaggio: separazione + divorzio) risulterebbero inaffrontabili per i più (da intendersi: per quelle persone con un reddito compreso tra 1000-1500 euro al mese) oltre che, a detta degli avvocati “onesti”, si tratterebbe di una sequela di sforzi inutili (in parole povere: “se non sei donna perderai senz’altro la causa, ergo, considerato il risultato a tuo sfavore, meglio risparmiare soldi, energie, tempo e bile“).
Inoltre bisogna sottolineare che, chiunque abbia anche un minimo reddito utile alla sopravvivenza, non ha diritto di accedere al gratuito patrocinio.
A proposito della fantomatica altissima % di separazioni “consensuali”, l’ex sottosegretario alla Giustizia Alberti Casellati, in risposta all’interrogazione di Rita Bernardini dei Radicali (http://ritabernardini.it/affido-condiviso-il-governo-risponde-ma-tace-sulla-disapplicazione-di-una-legge-dello-stato-che-lo-nega/), non solo non rispose nel merito delle scottanti questioni segnalate relativamente alla  totale disapplicazione, da parte dei tribunali, della legge vigente (54/2006) la quale prevedeva (e prevede) tempi paritari di frequentazione e mantenimento diretto per capitoli di spesa. Anzi, la Casellati ribadì in quella circostanza che codesta alta % dimostrava il “successo” dell’applicazione della legge (http://www.adiantum.it/public/2197-ecco-il-testo-di-risposta-della-casellati-alla-interrogazione-della-bernardini.asp)!
Sembrò molto curioso a tutti che un sottosegretario alla Giustizia, perdipiù noto avvocato, non avesse saputo (voluto?) vedere dove stava il nodo cruciale (irrisolto) di tutta la faccenda.
Noi del Movimento Femminile per la Parità Genitoriale, prima di presentare le nostre proposte durante le audizioni in Senato relativamente al cosiddetto “Condiviso bis” (DDL 957), ovvero DDL migliorativo rispetto al precedente “Condiviso” (54/2006), abbiamo cercato di analizzare la questione dal “nostro punto di vista” ovvero quello di donne che vivono attorno / con uomini separati e/o divorziati http://www.donnecontro.info/considerazioni-generali-sullo-status-quo-del-diritto-di-famiglia/
In buona sostanza: l’affido condiviso in Italia non è mai stato applicato. Si chiama “condiviso” ma nei fatti funziona esattamente come il vecchio esclusivo.
Si continua a individuare un genitore (in una percentuale bulgara: la madre) come “collocatario” o “prevalente” (l’equivalente del vecchio affidatario dell’esclusivo) dribblando, in questo modo, la frequentazione “paritetica” (che è un diritto del minore!) e così agevolando possibili “indottrinamenti” e “condizionamenti” da parte del genitore convivente.
Si continua a stabilire un assegno di mantenimento, invece di obbligare ai compiti di cura e assistenza morale e materiale, i padri, anche laddove questi siano più che disponibili all’accudimento. Mentre le madri, finanche quelle separate, sono obbligate a rinunciare a lavoro e vita gratificate da quella bugia che dice che compito delle donne sia quello di rimanere a casa in condizioni di dipendenza economica dagli uomini (ex compagni / mariti). Si continua ad alimentare il “business” delle false accuse, incuranti della distruzione umana che tale fenomeno comporta (http://www.sublimia.it/relazione-uomo-donna/negoziatoduro.html).
Gli “indottrinamenti” e i “condizionamenti” da parte del genitore meno responsabile, poi, sono andati a finire nel calderone della tanto “controversa” PAS e del suo tanto denigrato quanto sbeffeggiato “ideatore” (Gardner). Sulla PAS ecco un articolo del Professor Casonato, docente all Università degli Studi Bicocca (se si volesse approfondire la questione in modo diverso). http://bigenitorialitaedintorni.wordpress.com/2012/10/14/richard-gardner-i-falsi-abusi-e-la-sindrome-di-alienazione-parentale/
Ma, tutto sommato, la diatriba intorno alla PAS non ci interessa e, a nostro avviso, tutto il baccagliare che si è fatto intorno ad essa, non costituisce che una sterile polemica atta solo a distogliere l’attenzione, ancora una volta, dal nocciolo vero: il diritto del bambino a vivere la dimensione della quotidianità con entrambi i genitori, ancorché separati, in modo da poter forgiare da sè quegli strumenti critici con i quali sviluppare “gli anticorpi” per difendersi da eventuali tentativi di condizionamento psicologico che potrebbero sfociare in un grave disturbo delle sue relazioni affettive. Disturbo che gli impedirebbe di avere una armonica crescita psico-fisica.
Un genitore che maltratta l’altro, un genitore che abusa dei figli (anche psicologicamente) o dell’ex partner, un genitore che discrimina / diffama / umilia / aggredisce / insulta l’altro, che ostacola l’altro nella frequentazione…. etc… allo stato attuale tutte queste riprovevoli azioni sono già sanzionabili dal Codice Penale.
E stiamo parlando di genitore senza specificarne il sesso.
Ma il punto è: perchè si arriva a questo?
Perchè non ci si attiva prima con altri strumenti, altri mezzi?
Perchè non si previene?
E quando accade il primo fatto increscioso, perchè non si interviene subito?
Come mai le situazioni incancreniscono per anni, anni ed anni?
E alla fine si è costretti o a compiere “blitz” da “commando” o a rinunciare?
Rischiando oltretutto che un figlio, vedendo che un genitore rinuncia (per il suo bene), in realtà faccia il suo male perchè questo figlio si sentirà non amato… e abbandonato, per la seconda volta, da quel genitore “lontano suo malgrado”?
Quindi Pas o non Pas, se ci sono dei maltrattamenti, quelli sono.
Se ci sono degli abusi, quelli sono.
Se c’è un genitore che combina danni, quello è.
Inutile stare a girarci intorno.
La sostanza non cambia.
Piuttosto concentriamoci su come disinnescare queste dinamiche perverse che conducono solo a umane tragedie, emblema del fallimento della nostra società, incapace di proteggere la sua parte più preziosa e fragile: i figli.
E smettiamola di crogiolarci in chiacchiere da salotto televisivo.
sia finalmente l’occasione per parlarne tutti quanti senza divisioni in tifoserie, perché bisogna essere adulti in questo, padri e madri devono imparare a parlarsi per il bene dei bambini, e se non ne sono capaci, vanno accompagnati ed educati e fatti crescere affinchè possano riappropriarsi dignitosamente del loro ruolo genitoriale.
Entrambi.
Senza vinti nè vincitori.
Senza Sante, senza Martiri, senza Streghe, senza Mostri.
Ma solo Uomini e Donne con un disperato bisogno di ritrovare un sentiero che si è perso, di riavvolgere un filo che si è ingarbugliato, di riaccendere la flebile luce della speranza.
Lo stesso dovere morale ce l’ha la società che deve comportarsi in modo adulto e tutti quanti, lontani dai pregiudizi, devono cercare di trovare soluzioni affinché quello che è successo a “Lorenzo” non si ripeta mai più.