Cara “mamma”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di questo nostro amico

Cara “mamma”,
avevo pochi anni, quando tu, per presunti o reali tradimenti di papà, mentre stavo giocando felice con delle macchinine nel “tinello di V.le Restelli, (ricordo la cosa come fosse accaduta ieri perchè è stato il primo e più grande dramma della mia vita che non ho mai più dimenticato), mi hai urlato nelle orecchie “tu non sai che papà va con le donnacce! Ieri sera è venuto a casa tutto profumato!”, scaricando la tua ira e delusione o che altro sia, verso un bambino innocente, dolce e sensibile, timido, come ero io, cambiando di colpo il mio carattere, trasformandomi in un ribelle, facendomi odiare papà all’istante, da un giorno all’ altro.

Con quella frase tu e solo tu, hai distrutto completamente la felicità della mia infanzia, hai distrutto la mia serenità e modificato tutto il corso della mia vita, il carattere, perchè da quel momento ho iniziato ad odiarlo, trattarlo male, fino al punto di farlo andare via, diventando un ribelle, con tutto quello che ne è seguito. Ricordo tutto come fosse ieri.

Stavo giocando con le macchinine e in quel momento mi è crollato il mondo addosso e checchè tu ne dica, la mia vita ha seguito, da quel momento, il corso che ben sai, solo ed unicamente per colpa tua, rendendomi infelice e nemico di mio padre, facendomelo odiare fino al punto di picchiarlo, e questo solo ed unicamente perchè aveva tradito “la mia mamma”, una mamma che oggi non vorrei avere avuto per nulla al mondo.
Tra i miei ricordi è rimasta anche una frase del mio adorato papà che ti chiese “ma perchè è diventato così?”: ricordo anche la tua risposta: “non lo so”, mentre lo sapevi benissimo, era per quello che mi avevi detto.

Hai poi anche avuto il coraggio, anni dopo, di chiedermi di aiutarti a farlo tornare, quando ti risposi “il marito è tuo e devi gestirtelo tu”: ormai lo odiavo anch’ io. Lo ho odiato, me lo hai fatto odiare, hai distrutto la mia felicità, da quel momento fino ad oggi e per sempre.
Ti sono sempre stato comunque vicino, ho cercato di “capire” e “perdonarti”, ci ero anche riuscito, ma anche per questo tu sei riuscita a farti odiare da tutti, dai miei amici, da Virginia, dai tuoi nipoti, che quando sentono parlare di te si rifiutano di commentare. Persino Nicola, Franco e tanti altri mi hanno sempre detto “non ho mai visto una madre così! E’ incredibile!”. La vita, cara “madre”, me la hai rovinata tu con una sola frase contro un papà che mi è sempre mancato e di cui avrei tanto avuto bisogno e addirittura dai tutt’ oggi la colpa al sottoscritto di averlo fatto scappare, mentre la colpa è solo ed esclusivamente tua e lo sai benissimo.
Sto finendo anch’ io come il mio povero papà: sto perdendo la memoria, le forze, l’ artrite reumatoide mi sta distruggendo lentamente, guarda caso in concomitanza con la sua morte, quasi volesse portarmi vicino a lui, lassù, in paradiso, perchè so che lui mi amava veramente, mentre tu hai pensato sempre e solo a te stessa, alla tua casa, al tuo benessere, alle apparenze di “perbenismo falso e infingardo”, unitamente al “macellaio” che poi ti sei fatta come amante. (so tutto e mi viene il vomito solo ad immaginarlo).

Tu hai sempre incolpato me della tua vigliaccheria e falsità, della tua avidità, dei tuoi errori, dei tuoi fallimenti: io sono stato per te solo un capro espiatorio, tu hai trasformato la mia bontà e generosità in odio e rancore. Tu non mi hai mai voluto veramente bene, mentre tanto avrei avuto bisogno di affetto e sicurezza, tu mi hai rovinato la vita: non puoi trovare scusanti: lo sanno tutti, dai miei figli ai miei amici a tutti quelli che ti conoscono.
E non venire a dirmi che per me hai fatto grandi cose, perchè l’ unica cosa che sei stata capace di fare è quello di aver distrutto tutti i miei sogni di bambino, trasformandomi in quello che sono ora, un uomo disperato, malato e senza speranze.

Io ti voglio bene, te ne ho sempre voluto, non ostante ciò, ma a te forse non è mai interessato, poichè sei stata solo capace di rovinarmi la vita, da piccolo fino ad oggi, scaricando su di me la tua vigliaccheria e infamità, per il tuo falso perbenismo.
Avrei tante altre cose da rinfacciarti, ma ci pensarà Dio, mandandoti nell’ inferno più orrendo che possa esistere, non ci sono alternative.
Non voglio più nulla da te, voglio morire come papà, che sono sicuro, mi sta aspettando lassù, dove quelli come te non possono entrare: il paradiso, e se non fosse per Alex, che mi ama come nessuno dei miei figli mi ha mai amato (anche questo grazie a te), vorrei morire subito, per stare vicino ad un papà meraviglioso che tu mi hai negato.
Addio, cara mamma, non mi vedrai mai più, tanto a te poco importa.
Tuo figlio Sergio.