In nome delle differenze

Scrive su Facebook Arianna Brambilla Vicepresidente dell’Associazione DonneContro – Movimento Femminile per la Parità Genitoriale ….

“Vedo che oggi c’è dibattito e mi par di capire che non a tutti piaccia una nuova linea di MFPG. Intanto che ci sia una “nuova linea”è un dato presunto.

MFPG nasce e rimane come Movimento Femminile per la Bigenitorialità.

Nato dalla volontà e dal bisogno delle nuove compagne di pretendere parità di trattamento per i genitori che di separano. Questo perché i figli della ex coppia possano avere una immagine dignitosa di mamma e papà e non la percezione che uno sta più con loro e l’altro è andato via.

Che uno abbia tenuto tutto e l’altro sia precario in ogni aspetto della vita.

Che uno possa fare e dare con e per loro e l’altro invece no.

MFPG nasce anche dal bisogno di pretendere rispetto per le famiglie che si ricostruiscono attorno ai separati: nuove compagne anche esse madri e nuovi compagni anche loro padri.

MFPG è femminile perché voluto dalle Donne ma poiché è per la parità ha in sé tanti uomini. e dentro ci sono tante idee anche politicamente agli antipodi:

Io e Laura Besana siederemmo agli estremi opposti… Eppure tra rosso e nero riusciamo non solo ad andare d’ accordo ma a lavorare bene insieme, perché su certi argomenti (uguaglianza, dignità, bigenitorialità, e nessun favoritismo sulla base di avere e meno le tette o altro) pensiamo che schieramenti come destra e sinistra o maschi contro femmine siano ridicoli ma soprattutto superati.

A me il femminismo non è mai piaciuto perché l’ho sempre associato ad un bailamme di pretese in nome della “passera e del potere dell’utero”. Pretese che a me sanno di protezionismo e assistenzialismo quando non di supremazia di genere.

Scoprire che non tutto il femminismo è cosi, ma ce ne è una fetta che vuole la autodeterminazione x le donne, che è allergico alle quote rosa e alle aree protette, che rivendica il diritto di far vedere le tette senza che si gridi alla mercificazione del corpo (in fondo la tetta è di chi ce l’ha e la usa come le va) e che libertà vuol dire anche dissentire da SNOQ e vedere che sono proprio le SNOQ a pretendere asservimento mentale dalle donne….

Ebbene tutto questo mi ha fatto riconsiderare il femminismo o almeno una parte di esso e posso sedere a tavola con una comunista, posso collaborare con una femminista, con una frangia religiosa, con uomini e donne in nome di qualcosa che vale di più delle differenze.”

Arianna Brambilla

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